[ 1.
Chiesa e mass-media ] [ 2.
Verso un marketing del sociale ] [ 3.
Comunicare l'invisibile ] [ 4.
Solidarietà e inganno ]
[ 5. I soldi dei poveri per fare informazzione ] [ 6.
La testata informativa "Caritas Insieme" ] [ Un
pò di storia ]
Analizzando superficialmente
l'operato di Caritas Ticino, potrebbe sembrare che essa spenda i soldi destinati
ai poveri per realizzare una rivista di lusso, per far televisione e radio,
e perfino per essere presente sul Web. Come spesso succede, sono sicuramente
reazioni indotte da pregiudizi, ignoranza e luoghi comuni. Non sono in molti
a pensarla così, sull'informazione di Caritas Ticino, ma sono comunque
sempre troppi, visto che si tratta di falsità che denigrano un lavoro
serio finalizzato solo a dar voce alla solidarietà e alla vita ecclesiale.
Doveroso ricordare che la svolta per un'informazione agguerrita, Caritas Ticino
l'ha fatta sulla base di una semplice costatazione spesso dimenticata: è
finita l'epoca in cui un'organizzazione "socio-assistenziale" o umanitaria,
di matrice religiosa o non, possa contare sull'appoggio del pubblico solo perché
ha un buon nome, conosciuto e radicato nella tradizione solidale del Ticino,
come di qualunque angolo del mondo. Il villaggio globale consuma quantità
industriali di informazioni, modificando velocemente l'ordine delle priorità,
i giudizi e le forme di coinvolgimento e di partecipazione dei suoi abitanti.
Oggi insomma bisogna rendere ragione di ciò che si fa se si vuole il
consenso e il sostegno di un pubblico sempre più informato e sempre più
desideroso di capire perché dovrebbe credere e sostenere una cosa e non
un'altra.
Inutile piagnucolare nostalgicamente sulla mancanza di solidarietà quando semplicemente sono cambiati i parametri di valutazione e il grande pubblico può sostenere incondizionatamente un'azione umanitaria ignorandone completamente un'altra validissima solo perché della prima sono arrivate le informazioni giuste al momento giusto. La prima azione indipendentemente dalla sua validità ha venduto meglio il suo prodotto a un pubblico sempre più agguerrito che chiede di comprare il meglio. Le organizzazioni che hanno bisogno del sostegno libero della gente, o capiscono questi meccanismi elementari o falliscono. Non falliscono perché non sanno fare un buon lavoro ma solo perché non sanno venderlo. Ma veniamo alle accuse di sperperare il denaro destinato ai poveri per fare Caritas Insieme.
1. Rivista. Si
potrebbe fare una rivista più povera nella forma - come era una volta
del resto e costava grossomodo come quella attuale - ottenendo come unico risultato
di essere più brutta, meno sfogliata, meno letta, quindi meno sostenuta
anche finanziariamente.
2. Radio
Fiume Ticino offre a Caritas Ticino gratuitamente uno spazio di un quarto d'ora
settimanale. Tenuto conto che si utilizza, secondo il sano principio delle sinergie,
interviste, testimonianze e incontri già realizzate per Caritas Insieme
TV, l'investimento è ben poca cosa, se si tiene conto del vasto pubblico
radiofonico che si può raggiungere.
3. La TV,
chissà quanto costa! Evidentemente anche Caritas Ticino la TV gratis
non riesce a realizzarla, ma con attenzione in questi sei anni è riuscita
a costruirsi un'infrastruttura tecnica di base comperando macchinari usati,
con costi ridottissimi. Ma il vero segreto sta nella forza del volontariato,
soprattutto interno: la maggior parte degli operatori televisivi sono di fatto
impiegati nei diversi settori di attività di Caritas Ticino e solo temporaneamente
fanno televisione ritrovando tutto il loro lavoro in ufficio che li aspetta.
È soprattutto questo volontariato interno che permette di realizzare
Caritas Insieme senza avere un costo stipendi altrimenti insostenibile.
E poi ci sono forme
di finanziamento indiretto importantissime. Non abbiamo ancora sponsorizzazioni
o finanziamenti diretti per la nostra produzione televisiva ma grazie alle nostre
conoscenze e all'infrastruttura tecnica riusciamo a realizzare prodotti televisivi
che indirettamente ci permettono di sostenere finanziariamente Caritas Insieme
TV. Alcuni esempi. L'Ufficio Federale per l'Uguaglianza ha finanziato il progetto
Sigrid Undset sulla parità professionale tra donne e uomini, un progetto
di informazione soprattutto televisivo, con la cifra ragguardevole di Fr.140'000.
nel 1999 e di Fr. 200'000.- nel 2001. Nell'estate del 1999 è stato realizzato
un documentario sulla presenza cattolica in Siberia andato in onda sulla TSI
in dicembre; pagatoci 25'000.- non è costato nulla in stipendi perché
le due settimane dei due operatori sono state le loro vacanze. Un altro esempio
di finanziamento sono altre piccole realizzazioni televisive per terzi come
uno spot pubblicitario per un'organizzazione amica al prezzo specialissimo di
Fr. 5'000.-
E' evidente che tutte queste entrate non ci sarebbero se non ci fosse Caritas
Insieme TV e cadrebbero se si interrompesse la produzione televisiva. Nulla
a che vedere quindi con i soldi per i poveri che continuano ad arrivare a Caritas
Ticino sotto altre forme, come è sempre stato. Non vengono usati quindi
i soldi dati per i poveri, ma solo finanziamenti ad hoc, oltre al tempo libero
e le vacanze di chi desidera e crede che fare informazione oggi è fondamentale.
A conclusione di
questo tema spinoso ma fondamentale, riportiamo la parola di Mons. Giuseppe
Torti, l'attuale vescovo di Lugano: "E' ora di parlare un po' fuori dai
denti e dire che la carità non è fatta solo di pane e companatico
ma è fatta anche di verità e di idee. E il nostro mondo è
povero di verità e talvolta anche di idee. Penso che se ci fosse San
Paolo chissà quali investimenti farebbe per questa carità concretissima.
È ora di accorgersi degli affamati e assetati di parola vera e di luce
che illumina. E tutti ne hanno bisogno fin sopra i capelli. Penso che questo
non sia solo provvidenziale ma sia un gesto che la Chiesa fa e su cui noi dovremmo
riflettere. Non facciamo come quelli del tempo di Gesù che si lamentavano
per lo spreco di un profumo, qui siamo di fronte a qualcosa che è più
di un profumo, perché la verità non ha calcoli né conti
di cassa. Vale in se stessa perché è verità."